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Unione Europea

Repubblica Italiana

Regione Molise

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali
Spesa finanziata ai sensi della Misura 124 (seconda edizione) del Psr Molise 2007/2013
Determinazione di concessione n. 112 del 18/02/2014

Le caratteristiche

Tutta la vitalità della natura racchiusa in un piccolo scrigno

 

La mandorla si presenta come una drupa, costituita da una buccia di forma ovoidale, una parte intermedia fibrosa e un guscio legnoso. I semi custoditi all’interno del guscio sono chiamati comunemente anch’essi mandorle e sono formati da un nocciolo esterno di colore ocra, ad avvolgere i cotiledoni, che formano la massa bianca, commestibile. Esistono mandorle dolci e amare. Le mandorle amare, per via della presenza di acido prussico si rivelano lievemente tossiche, per questo se ne indirizza la produzione all’impiego in campo cosmetico e farmaceutico, mentre risultano inadatte all’uso alimentare, ambito in cui si utilizzano le sole mandorle dolci.

 

 

 

Le proprietà

Un elisir naturale dalla storia millenaria proiettato verso il futuro, tra innovazione tecnologica e valore della vita

 

Sia dal punto di vista nutrizionale che estetico, la mandorla costituisce una delle principali fonti di benessere e bellezza e rappresenta un’importante riserva di vitamina E, sali minerali, magnesio, ferro, calcio e fibre. La mandorla è un ingrediente fondamentale di molte produzioni alimentari italiane, sia a livello artigianale che industriale. Alimento dal forte potere energizzante, antinfiammatorio e antisettico, la mandorla è un importante alleato naturale dell’organismo per abbassare i livelli di colesterolo, combattere l’anemia, rinforzare le ossa e influire positivamente sull’umore.

La ricchezza di polifenoli, d’altro canto, fa della mandorla un potente elisir di giovinezza, da sempre impiegato in campo farmaceutico e cosmetico per limitare l’insorgenza delle rughe, contenere gli inestetismi delle smagliature, combattere l’invecchiamento  e il rilassamento cutaneo.

 

La produzione

L’incessante crescita mondiale, la sfida di un primato da riconquistare

 

Storicamente diffusa e ampliamente praticata nelle regioni centro-meridionali della penisola, la mandorlicoltura ha rappresentato per secoli un traino determinante per lo sviluppo dell’economia agricola italiana. Un’erosione costante della produzione mandorlicola italiana è tuttavia iniziata a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, quando la California strappava al Belpaese il primato produttivo mondiale, e si è purtroppo tradotta ad oggi in un declino che vede il nostro Paese arretrare fino all’undicesima posizione, superato dalle importanti produzioni di Australia e Spagna, ma anche dalle più modeste performance di Marocco e Grecia. L’incisiva contrazione italiana è ravvisabile dai dati riguardo la produzione nazionale, secondo cui si è passati dalle 31.000 tonnellate di prodotto sgusciato nel 1951, alle 5.897 del 2011. Mentre in Italia abbiamo assistito a una massiccia riduzione di superfici dedicate alla mandorlicoltura, la produzione mondiale rispetto al dopoguerra è aumentata di oltre dieci volte, passando da poco più di 87 mila tonnellate di sgusciato del quinquennio 1947-1951  a oltre 921 mila tonnellate nel 2010/2011.

 

 

 

Il mercato

Il presente ricco e dinamico, il futuro da costruire riscoprendo l’eccellenza italiana

 

Il mercato della mandorla sta vivendo profondi mutamenti a fronte di una domanda mondiale in forte crescita e a un impiego multisettoriale in costante espansione, con implicazioni dirompenti sia per l’industria di trasformazione che per l’agricoltura. Una situazione fortemente polarizzata, che vede la California detenere una quota dell’80,2% della produzione totale di mandorle sgusciate, all’interno di un mercato mondiale che solo sul versante produttivo pesa oltre 7 miliardi di Dollari. In un quadro generale fiorente tuttavia l’Italia sembra arretrare, incapace di indirizzare la propria vocazione agricola verso il ritorno alla valorizzazione della mandorlicoltura nazionale. Una situazione di miope arretramento a fronte dell’impennata della domanda mondiale, trainata da paesi come Cina e India e che ha determinato dal 1999 al 2009 ogni anno aumenti medi del consumo di mandorle di circa il 12%, con ulteriori prospettive di crescita per i decenni a venire. Uno scenario speculare è ravvisabile anche dai dati del consumo di mandorla in Italia, attualmente coperto solo per un terzo dalla produzione nazionale e per i restanti due terzi da mandorla californiana e spagnola. Le dinamiche in atto sullo scenario mondiale sono tuttavia in grado di innescare un circolo virtuoso per il settore mandorlicolo italiano, che può tornare a rappresentare soprattutto per le regioni meridionali un’importante risorsa economica, produttiva e occupazionale, valorizzando l’eccellenza qualitativa delle varietà nazionali rispetto alle produzioni degli altri Paesi.

 

Dalla cultura della mandorla alla coltura sul territorio

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